Vita del Monastero

La nostra Regola Monastica:

“Se l’eterno non edifica la casa invano si affaticano i costruttori “ (Salmo 127, 1)

Il Signore Gesù ha confermato me Fratello Damiano, servo dei servi ed ha risposto a tutte le mie intenzioni spirituali per affidarmi momentaneamente tutti i fratelli che hanno avuto questa chiamata per seguirLo in povertà, obbedienza e castità.



Art. I - Gesù benedica questa regola e possa fruttare in vocazioni di santità.

Art. II - Il lavoro dei monaci deve essere condito di gioia e di serenità.

Art. III - Il lavoro monastico è costituito dall’opera delle mani e dalla Lettura Sacra.

Art. IV - L’ozio, che è il nemico dell’anima, deve essere allontanato.

Art. V - La povertà deve essere vissuta con il lavoro delle proprie mani come gli Apostoli e i nostri Padri.

Art. VI - Il Monaco sia contento di qualunque cosa vile e spregevole e si giudichi un operaio cattivo o indegno in tutto ciò che gli viene comandato per esercitarsi nell’umiltà.

Art. VII - L’obbedienza e la carità: per tutti gli uffici del Monastero deve valere la norma che nel bisogno i fratelli abbiano aiuti e quando non sono occupati facciano quello che è loro comandato.

Art. VIII - La Gloria di Dio: nei prezzi non deve essere insinuato il vizio dell’avarizia, anzi si dia sempre a meno di quel che chiedono i secolari, perchè in tutto sia glorificato Dio.

Art. IX - L’orazione comune deve essere assolutamente breve e al segno dell’Archimandrita tutti insieme si levino, quando invece qualcuno vorrà pregare in segreto semplicemente si raccolga e preghi, ma non a voce alta, e con lacrime e fervore nel cuore.

Art. X - I Monaci sono obbligati all’ufficio notturno.

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