Icone

La venerazione delle Icone
Il secondo comandamento dice: “Non farti scultura, nè immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire”. (Es 20,4-5)
Questo comandamento ci insegna che non dobbiamo adorare gli idoli, cioè di non adorare le cose fatte dagli uomini, o degli esseri creati da Dio e considerarli dotati di poteri divini. Dunque, vieta l’idolatria che era molto diffusa nel tempo in cui Dio diede al popolo giudeo i dieci comandamenti.

Oggi, per i cristiani, questo comandamento ha un senso diverso. Da una parte è vero che i cristiani oggi non sono più politeisti, e non si rivolgono agli idoli, cosi come credevano alcuni popoli in antichità. Ma la parola “idolo” ha ricevuto un altro senso nel cristianesimo. Per esempio, l’avarizia viene chiamata da S. Paolo Apostolo “idolatria”: “Fate morire ciò che in voi è impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che sono idolatria” (Col 3, 5). E anche l’avidità di cibo e bevande è considerata idolatria perché “il loro Dio è il ventre”. (Fil 3, 19)

Dunque, i soldi, il cibo, l’abbigliamento e altre cose che renderebbe il credente loro servitore, giustamente possono essere considerati come idoli. Per questo, per non essere colpevole di idolatria, il cristiano deve amare Dio sopra ogni cosa.

Attraverso la venerazione delle icone cristiane non viene calpestato alcuno dei dieci comandamenti. 
I cristiani non adorano la materia di cui è fatta l’icona, ma le persone che sono rappresentate.
Nella Chiesa Ortodossa, l’icona è il messaggio evangelico, un oggetto di culto che fa parte integrante della vita liturgica.

Nella storia della Chiesa, la vittoria dell’icona contro i vari insegnamenti erronei, è stata proclamata in modo solenne,  nella festa de “La vittoria dell’Ortodossia” e che la Chiesa festeggia nella prima domenica della Grande Quaresima.

La venerazione delle icone di Nostro Signore Gesù Cristo, della Madre di Dio, degli angeli e dei santi è un dogma della fede cristiana ed è stata formulata dal Settimo Concilio Ecumenico (787); essa è una conseguenza del dogma fondamentale della Chiesa: la testimonianza che “Dio si è fatto uomo” (Gv 1,14) “L’immagine Sua (l’icona della parola-Cristo) è una testimonianza della sua vera incarnazione, reale e non immaginaria, illusoria”.  

Per questo l’icona è chiamata anche “teologia delle immagini”.  
San Basilio il Grande precisa: “ciò che la parola porta attraverso l’udito, la pittura mostra in silenzio attraverso le immagini”.

I Santi padri del Settimo Concilio Ecumenico, riprendono queste parole e precisano: “Attraverso questi due mezzi, l’immagine  (l’icona) e la Parola, che si completano l’uno con l’altro (...) noi riceviamo la conoscenza della stessa verità”.

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