Tutti i profeti sono stati chiamati alla missione direttamente da Dio. Costoro facevano parte delle varie tribù di Israele e provenivano da vari strati sociali. La Sacra Scrittura parla di un numero piuttosto grande di profeti. Un elenco che inizia con Mosè e termina con San Giovanni il Battista. In genere, sono divisi in due gruppi. Nel primo, ci sono i profeti che hanno scritto i loro discorsi al popolo, e sono anche chiamati nuovi profeti. Questi sono in numero di sedici, vale a dire, 4 grandi profeti: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, e 12 piccoli profeti: Osea, Gioele, Amos,
Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia. Il secondo gruppo include profeti che non hanno scritto le loro parole, sono anche chiamati vecchi profeti. Tra questi: Samuele, l'ultimo giudice, Gad, Nathan (al tempo di David), Ahia di Shilo (ai tempi di Salomone), Elia con il suo discepolo Eliseo e molti altri.
Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia. Il secondo gruppo include profeti che non hanno scritto le loro parole, sono anche chiamati vecchi profeti. Tra questi: Samuele, l'ultimo giudice, Gad, Nathan (al tempo di David), Ahia di Shilo (ai tempi di Salomone), Elia con il suo discepolo Eliseo e molti altri.
Tra questi ultimi, un posto d'onore occupa il profeta Elia, originario di Tishbà di Galaad. La sua attività profetica si svolse nel IX secolo a.C., durante il regno del re Acab di Samaria, ed è narrata in due libri dell'Antico Testamento: il Terzo dei Re (cap. 17-19) e il quarto dei Re (cap. 1-2). Il re Acab era un uomo pieno di trasgressioni e peccati, come sua moglie Isabella. Loro abbandoarono l'adorazione di un solo Dio, innalzando templi e celebrando sacrifici al dio Baal e alla dea Asherah.
A causa delle loro trasgressioni, il profeta Elia predisse che Dio non avrebbe fatto arrivare la pioggia sulla terra per un certo periodo di tempo. Dopodiché si ritirò in un luogo nascosto vicino al ruscello Cherit, non lontano dal Giordano. I corvi gli portavano ogni mattina pagnotte di pane e carne e l'acqua gli era donata dal torrente. Essendosi prosciugato il ruscello per mancanza di pioggia, il Signore gli ordinò di andare a Sarepta, vicino alla città di Sidone in Fenicia, poiché aveva comandato a una donna vedova di dargli da mangiare. Ma nella casa di quella donna trovò solo una manciata di farina e un po' di olio, dai quali ella voleva trarre pane azzimo per lei e suo figlio, e poi morire. Elia la incoraggiò, dicendogli che il Signore aveva ordinato che la farina e il suo olio non sarebbero finiti finché non avrebbe piovuto di nuovo sulla terra. E ciò accadde dopo questa sua parola. Tuttavia in breve tempo il figlio di quella donna si ammalò e morì. Ma fu risuscitato dal Signore attraverso la preghiera del Suo profeta Elia.
Nel terzo anno di quella siccità, il Signore comandò ad Elia di recarsi dal re Acab. Facendo ciò il profeta chiese ad Acab di raccogliere sul monte Carmelo tutto il popolo, che contava i 450 profeti di Baal e 400 profeti della dea Astarte. Una volta riuniti lì, chiese di avere due vitelli, uno per i sacerdoti pagani e un altro per se stesso, per prepararli al sacrificio, ma senza accendere il fuoco. Successivamente chiese a ciascuno di loro invocare e pregare perché il loro Dio gradisse il loro sacrificio.
I sacerdoti di Baal fecero secondo la parola di Elia, pregarono i loro dei per un lungo periodo di tempo, ma le loro preghiere rimasero senza ascolto. Verso sera Elia raccolse 12 pietre con cui costruì un altare, collocò la legna e sopra il vitello sacrificato. Poi innalzò una breve preghiera a Dio e il fuoco scese dal Signore, e consumò tutto il sacrificio. Il popolo, sapendo ora quale fosse il vero Dio, uccise tutti i sacerdoti di Baal, e subito dopo il Signore fece piovere sulla terra.
A causa dell’ucissione dei sacerdoti di Baal, re Acab e sua moglie covarono ancora più odio contro Elia, e volevano ucciderlo. Pertanto Elia, si ritirò sul Monte Oreb, dove visse in una grotta. Da lì, il Signore mandò Eliseo a ungere il profeta al suo posto. Poi lo mandò a rimproverare Acab perché aveva ordinato alla moglie di uccidere un uomo di nome Nabot dopo averlo rapito e rubato la sua vigna. Il profeta predisse che per questa inosservanza della legge divina, sia lui che sua moglie sarebbero stati uccisi: cosa che avvene presto.
Poco dopo aver compiuto queste portentose azioni, attraversò con il suo discepolo Eliseo il fiume Giordano - fiume che attraverso il suo mantello si aprì meravigliosamente in due - e si incamminò verso il deserto. Ma "Ecco un carro con cavalli di fuoco passò tra di loro, ed Elia ascese al cielo in un turbine" (4Re 2,11). Mentre fu innalzato al cielo, il suo mantello cadde, e fu lasciato ad Eliseo, con il quale anche egli aprì il Giordano. Eliseo quindi proseguì il lavoro profetico di Elia, essendo stimato da tutti i suoi seguaci.
Sant'Elia fu uno dei più grandi profeti dell'Antico Testamento. La sua dignità si è mostrata nel coraggio con cui rimproverò le trasgressioni del re Acab e di sua moglie, è per le grandi opere che compì nella lotta che intraprese contro il culto degli idoli e dei sacerdoti di Baal e di Astarte, attraverso il sacrificio sul monte Carmelo, dopo di che ristabilì il culto del vero Dio di Israele. Nel Nuovo Testamento si dice che alla Trasfigurazione, Elia apparve con Mosè, parlando con il Salvatore (Matteo 17,3).
Per questi motivi, la Chiesa cristiana lo celebra ogni anno il 20 luglio. La tradizione lo venera da sempre dedicandogli un'ufficiatura propria, dedicandogli icone nelle Chiese e donando il suo nome ai neobattezzati.
Per le sue preghiere, Signore Gesù Cristo abbi pietà di noi. Amen.
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