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sabato 6 aprile 2019

Icona e brano della Scala di San Giovanni Climaco

Fa davvero paura, questo mare in cui navighiamo; fa paura ed è costellato da scogli, vortici, secche, mostri, pirati, marosi e tempeste. Uno scoglio è l’ira, feroce e improvvisa. Un vortice è la sfiducia che acceca la mente e la risucchia nell’abisso della disperazione. Una secca è l’ignoranza che confonde il male con il bene. Un mostro è il corpo pesante e ostile. Pirati sono i terribili demoni della vanità, che saccheggiano i beni spirituali. Un maroso è il ventre, che con l’ingordigia ci gonfia e velocemente ci sprofonda nelle passioni carnali. Una tempesta è l’orgoglio che ora ci innalza
al cielo e ora ci sbatte nel fondo.

Il serpente, per liberarsi dalla pelle vecchia, si sforza di infilarsi in una stretta fessura; noi non possiamo liberarci dal vecchio uomo se non percorriamo il difficile sentiero del digiuno e dell’umiliazione.

Gli uccelli grassi non riescono a volare, e chi ingozza avidamente il proprio corpo non può elevarsi spiritualmente.

Il fango secco non piace ai maiali, e al diavolo non piace un corpo asciutto.

Troppa legna soffoca il fuoco e fa solo fumo; l’afflizione spirituale, quando è esagerata intorbida e ottenebra la mente.

Il cacciatore miope manca il bersaglio; nella vita fa fiasco chi non obbedisce al proprio padre spirituale.

Il ferro già forgiato può modellare quello grezzo: chi è fervente e zelante può salvare chi è svogliato e apatico.
Dall’uovo covato nasce un pulcino; dai peccaminosi pensieri non confessati nascono azioni peccaminose.

I cavalli che corrono nell’ippodromo gareggiano tra loro; nelle buone comunità, un fratello sprona l’altro.

Le nuvole nascondono il sole, i cattivi pensieri ottenebrano la mente.

Uno che sta morendo non ama andare a teatro, e chi ha vera afflizione spirituale non ama la dolce vita.

Il povero, quando vede i soldi del ricco si crede ancora più povero; chi sente parlare delle virtù dei grandi asceti, acquista un animo più umile.

Come l’olio rasserena il mare, così il digiuno acquieta le eccitazioni del corpo.

L’acqua compressa schizza in alto, e l’anima domata si innalza a Dio.

Senza volere, dall’odore si scopre chi ha addosso un profumo; dalle parole e dall’umiltà si scopre chi ha dentro di sé il Santo Spirito.

Il sole fa luccicare l’oro, e la virtù rivela l’uomo virtuoso.

Come il vento agita il mare, così l’ira sconvolge la mente.

Il ferro è attratto dalla calamita; chi è incallito nei peccati, anche se non vuole, ne è attirato.

Nessuno desidera cibi sconosciuti, e i puri di cuore affrontano più facilmente le tentazioni carnali.
I ladri evitano la casa custodita da guardie armate, e i demoni – i ladri dello spirito – fuggono via dall’anima in preghiera.

Il fuoco non può diventare ghiaccio; il godimento di glorie mondane non può trasformarsi in godimento della gloria eterna.


Una sola scintilla può bruciare un bosco intero; una sola buona azione copre molti peccati.

Senza armi non si può uccidere una bestia feroce, e senza umiltà non si può vincere l’ira.

Come nessuno può vivere senza cibo, così chi cerca la propria salvezza non sopporta la minima indolenza.

Un raggio di sole che penetra in una stanza da una piccola fessura, illumina anche il più minuscolo granello di polvere; il timor di Dio, quando penetra nel cuore, fa luce su tutti i peccati.

I granchi non sfuggono, e si catturano facilmente, perché essi sbandano avanti e indietro. Allo stesso modo, non progrediscono né ricavano vantaggio gli uomini che un po’ fanno baldoria e un po’ si pentono.

Come è facile rubare a chi dorme, così facilmente perde ogni virtù chi vive nel mondo.

In un boccone sarà sbranato chi si distrae mentre affronta il leone; lo stesso succede appena si smette di lottare con la carne.

Chi sale per una scala traballante, corre il rischio di cadere: come chi accetta gli onori del mondo, i soldi e il potere.
E’ impossibile che chi ha fame non pensi a mangiare; è inverosimile che chi lotta per salvarsi non pensi alla morte e al Giudizio.

Come l’acqua cancella l’inchiostro, così le lacrime lavano i peccati.

Chi non ha acqua, spegne il fuoco con la terra; chi non ha lacrime, può spegnere i peccati con l’afflizione e il dolore sincero.

Molto letame richiama molte mosche, e dal molto mangiare nascono molte cadute carnali, molti cattivi pensieri e molti sogni osceni.

Nessuno può camminare con i piedi legati, e chi è incatenato nell’avarizia non può salire al cielo.

Un morto non può camminare, e chi è disperato non può salvarsi.

Chi fa il bene, ma non ha fede, è come se raccogliesse acqua con un secchio bucato.

Se la nave ha un buon capitano, con l’aiuto di Dio approda sicura nel porto; l’anima che ha una buona guida spirituale sale facilmente al cielo, anche se è carica di molti peccati.

Il malato grave non può guarire in un attimo: allo stesso modo, non possiamo vincere in un istante qualche passione.

Chi dà oro e riceve fango, è danneggiato come chi – senza valido motivo – rivela agli altri le proprie esperienze e condizioni spirituali. 

Non è opportuno che vada a una festa nuziale, qualcuno a cui è appena morto il padre; non cerchi gloria oggi, in questo mondo, chi ancora piange per i propri peccati.

Molti ottengono rapidamente il perdono dei peccati, ma non l’impassibilità: per questa, ci vuole lotta, zelo e aiuto divino.

I demoni ci fanno guerra, sia grazie alla nostra pigrizia, sia a causa della nostra superbia: ma anche perché hanno invidia di noi.

Il demonio comincia con l’impedirci di fare il bene. Se in questo tentativo è sconfitto, allora lotta per non farci compiere il bene in modo virtuoso. Se neppure così riesce, arriva di soppiatto e cerca di farci piombare nella vanagloria, dicendoci: Quanto sei virtuoso!

Nessuno si dica incapace di osservare i divini comandamenti: ci sono state anime che hanno fatto anche di più. Abbiamo l’esempio di alcuni che hanno amato i fratelli più di se stessi e per loro hanno sacrificato la loro vita, anche se ciò non era richiesto dal comandamento dell’amore.

Non siano scarse l’attenzione e la veglia quando il nostro corpo soffre: infatti i demoni ci assalgono con più forza proprio quando ci vedono deboli o incapaci d’imbracciare le armi spirituali.

Ho visto un malato, ch’era tormentato dalla passione sessuale. Da non credere: la carne era scossa, e fremeva, pur tra gli atroci dolori della malattia. Ho visto invece un malato che accettava la grazia divina pur giacendo a letto, e con la divina consolazione di poter respingere i dolori così grandi, tanto da non voler essere guarito. Ho visto anche un malato che con le sofferenze del corpo curava le passioni dell’animo. Ho reso lode a Colui che con le infermità dell’animo purifica i peccati carnali.

A volte, ciò che per uno è medicina, per un altro è veleno; a volte, lo stesso preparato, preso al momento giusto è un farmaco e preso in un altro momento è tossico.

Alcuni hanno una naturale inclinazione per la sobrietà, la serenità, la purezza, la mitezza, la spiritualità. Altri hanno invece un carattere naturalmente contrario a queste virtù, e perciò devono lottare duramente contro se stessi. Questi atleti, anche se a volte perdono, li stimo più dei primi.

Non vantarti delle virtù, dei meriti e dei carismi ottenuti senza fatica: Dio li dona per aiutare la nostra salvezza, conoscendo che ne siamo incapaci.

L’educazione e la nutrizione ricevute sin da bambini, giocano un importante ruolo nel nostro sviluppo spirituale.

Il nostro timor di Dio deve essere grande, come grande è la paura di chi senza armi è aggredito da una bestia feroce. Il nostro amore per Dio deve essere ardente, come è focoso l’amore dell’amante per l’amata.

Quando vediamo che chi lotta s’ammala, non dobbiamo cercare malignamente di scoprire perché Dio gli abbia mandato tale prova. Dobbiamo cercare di guarirlo, semplicemente con l’amore disinteressato, come se noi stessi ci trovassimo in quella situazione, come se egli fosse un nostro alleato ferito in guerra.

Alcune malattie ci purificano; alcune malattie ci fanno diventare umili. Il Signore, tutto buono, spesso vede la nostra pigrizia nella vita ascetica e ci dona qualche malattia come facile strumento di santificazione, umiltà, guarigione dalle passioni e dai pensieri malvagi.
Qualsiasi cosa ci capiti, nel corpo o nello spirito, possiamo affrontarla bene, male, con indifferenza. Ho visto tre fratelli che pativano la stessa disgrazia: uno era furente, uno era indifferente e il terzo sorridente.

Ho visto un contadino che seminava la stessa semente, ma a fini diversi: per pagare i debiti, per arricchirsi, per fare regali, per essere lodato dai passanti, per suscitare l’invidia dei suoi nemici, e per non essere considerato un parassita. Tu però guardati dal giudicare per quale motivo il tuo fratello digiuna o veglia o fa elemosine o è servizievole.

A volte, nell’acqua limpida troviamo un rospo schifoso. A volte, mentre coltiviamo una virtù, senza sapere perché, diamo soddisfazione alla passione che vi è implicata. All’ospitalità si intreccia il mangiare; all’amore, il sesso; alla sapienza, la malvagità; alla sobrietà, la perfidia e la pigrizia; al silenzio, l’arroganza; alla speranza, l’indolenza; alla purezza, l’acidità.

Non siate dispiaciuti se Dio non ci dà quel che chiediamo a lungo. Non ci risponde perché abbiamo chiesto a tempo o in modo importuno, o perché siamo indegni, o perché potremmo cadere nella vanagloria e nella superbia.

Non cerchiamo, per orgoglio, di raccogliere frutti spirituali prima del tempo. Non è logico cercare d’inverno frutti estivi o andare a mietere quando ancora è tempo di semina. Uno è il tempo di seminare fatiche, e altro il tempo di mietere i doni della grazia: altrimenti, al tempo del raccolto, non avremo niente da ammassare.

A volte i demoni si allontanano da noi per farci distrarre; all’improvviso poi ci saltano addosso e ci dominano. I demoni si allontanano anche quando l’anima è così abituata al peccato da essere diventata essa stessa un demonio.
Quando ci troviamo di fronte a due mali e per forza dobbiamo sceglierne uno, è preferibile scegliere il male minore. Un esempio. Mentre pregate, arrivano visitatori. Che fare? Interrompiamo la preghiera o facciamo uno sgarbo ai fratelli, lasciandoli ad aspettare? Smettiamo pure di pregare: l’amore è più importante della preghiera; la preghiera è una sola virtù, mentre l’amore è la somma di tutte le virtù. Un altro esempio. Quand’ero giovane, una volta mi vennero due pensieri diversi: l’ingordigia (mangiare tanto, e di gusto) e la vanagloria (farmi vedere dagli altri come un asceta in digiuno). Scelsi allora di farmi vincere dalla vanagloria: ero giovane, e perciò temevo di più la schiavitù del ventre che provoca stimoli sessuali.

Chi ha un buon olfatto rintraccia subito dall’odore una cosa nascosta; allo stesso modo, un’anima pura sente la vicinanza di un’altra anima pura.

In tre modi possiamo combattere i cattivi pensieri: disprezzandoli, formulando pensieri esattamente opposti, pregando.

Ogni nostra iniziativa, quando non è accompagnata dall’umiltà, è estranea al volere divino, che deve essere il criterio-guida in tutte le nostre azioni e per tutta la nostra vita.

Se il cielo è sgombro da nubi, il sole vi splende. L’anima purificata dai peccati risplende di luce divina.

Bisogna usare tutti i mezzi buoni per salire al trono di Dio: non pensare che sia impossibile. Non è difficile: la porta è spalancata, l’ingresso è libero.

Chi vuole scoprire la volontà divina, prima deve uccidere la propria volontà. Deve soprattutto pregare con fede e poi chiedere umilmente ai padri dotati di discernimento. Ciò che consiglia il padre spirituale deve essere accettato senza riserva, come parola divina, anche se non va d’accordo con la nostra volontà, a meno che non sia contro i comandamenti di Dio. Questo caso può capitare se lo spirituale non è del tutto perfetto e santo; Dio però non lascia che si smarriscano le anime che con umiltà si fidano del consiglio e del giudizio di un altro.

Alcuni, volendo che la volontà divina diventi propria personale esigenza, prima uccidono ogni desiderio, poi con fervore chiedono a lungo di poter conoscere i divini decreti. 

Dalle difficoltà affrontate sulla strada, molti hanno capito quale fosse la volontà di Dio; altri invece l’hanno compreso dall’imprevisto aiuto nelle loro fatiche.

In molti casi Dio ci nasconde la sua santa volontà, per non essere costretto a punirci severamente se noi, conoscendola, ci trovassimo a trasgredirla.

La malvagità dei demoni è grande, perfida, difficilmente riconoscibile: solo pochi se ne accorgono, e non del tutto. A volte, quando mangiamo di gusto, a sazietà, ci capita d’essere lucidi e svegli, mentre a volte, quando digiuniamo e siamo in stato di compunzione spirituale, ci capita d’essere vinti dal sonno. A volte, nella solitudine ci sentiamo aridi e senza sentimenti, mentre a volte siamo colmi di sensazioni spirituali pur trovandoci in mezzo alla gente. Come è possibile essere tentati mentre si digiuna, ed essere tranquilli quando si è a pancia piena? Queste stranezze non sempre vengono da tentazioni diaboliche ma sono da attribuire alla nostra costituzione psicosomatica.
[Brano tratto dalla Scala di san Giovanni, detto appunto il Clìmaco (della Scala), monaco al Sinai († 649 circa)]

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